martedì 29 settembre 2020

DOMANDE


 P. 349

1.Che cosa intendono i sociologi con il termine "organizzazione"?


In sociologia, insiemi di persone che perseguono determinati obiettivi sociali,utilizzando appositi metodi e strumenti e dividendosi in modo stabiliti attività e competenze.

Un esempio è l'istituzione scolastica che si concretizza nelle molteplicità delle figure sociali che coinvolge e nelle risorse materiali che ne rendono possibile il funzionamento attraverso le quali cerca di conseguire i propri scopi.

2.Quali sono i caratteri essenziali di un organizzazione?

 ■ acquisiscono risorse dall'ambiente (risorse umane e materiali) ed erogano servizi: un'industria utilizza determinate materie prime e il lavoro dei propri dipendenti per produrre beni di consumo; un partito politico si serve dei propri iscritti e di mezzi tecnologici (organi di stampa, pubblicazioni ecc.) per pubblicizzare le proprie idee e proposte; 

■ selezionano e formano i propri membri, preoccupandosi di controllarne e coor-dinarne i contributi: un'azienda assume i suoi dipendenti e li prepara per le future mansioni; una società sportiva sceglie i propri tecnici e dirigenti assegnando a ciascuno compiti specifici; 

■ cercano di ottenere il contributo dei propri componenti attraverso incentivi materiali o simbolici: il dipendente di un'azienda è incentivato a collaborare da compensi economici (stipendi, premi di produzione ecc.) e avanzamenti di carriera; un'associazione religiosa o di volontariato cerca di coinvolgere i suoi membri facendo appello a finalità e progetti condivisi;

 ■ gestiscono i rapporti con organizzazioni analoghe o antagoniste: un'impresa si confronta necessariamente con le aziende concorrenti; un partito o un sindacato si trovano a dialogare e talora a scontrarsi con altri partiti o sindacati, espressioni di posizioni differenti; 

■ si fondano su una struttura di tipo burocratico. Quest'ultimo aspetto necessita di qualche spiegazione più approfondita. Vediamo quindi in dettaglio di che cosa si tratta. 


3.Quali caratterisitiche ha la burocrazia?

-personale stipendiato dall'organizzazione stessa

-remunerazione è in funzione dell'incarico ricoperto (il medico viene pagato indipendente se il paziente guarisce o meno)

-giurisdizione e competenze su un ambito particolare e solo su quello.

-stabile e rigida divisione dei compiti

-precisa struttura gerarchica

-"Il principio dell'impersonalità forma /ethos burocratica", ossia l'insieme delle norme che guidano il comportamento dell'organizzazione,esige infatti il completo annullamento di ogni competente soggettiva.

4.Che cosa si intende con l'espressione "trasposizione delle mete"?

Secondo Merton, fenomeno tipico delle organizzazioni burocratiche in virtù del qual i mezzi che la burocrazia predispone per realizzare i propri scopi finiscono per sovrapporsi agli scopi stessi  per sostituirsi a essi.

 

DOMANDE P. 338

1. Che cos'è un istituzione e quali caratteristiche presenta?

I sociologi chiamano istituzioni i modelli regolatori generali, che guidano il comportamento degli individui e gli conferiscono un significato possibile.

2.Che cosa sono le norme sociali e come le ha classificate sumner?

ogni istituzione definisce un insieme di norme sociali, cioè di regole, scritte e non, che prescrivono come le persone devono comportarsi in determinate situazioni della vita sociale.

secondo la classificazione del sociologo statunitense William Sumner,  le norme sociali possono essere classificate in tre tipi principali:

gli stateways, le norme giuridiche,  cioè quelle norme emanate dallo Stato ovvero leggi e regolamenti scritti, il cui rispetto è obbligatorio per tutti i membri della società;

i modi, i costumi, ovvero quelle norme per lo più tramandate oralmente, ma a cui la collettività riconosce un forte spessore in termini di valore e di legittimità;

i folkways, cioè quelle usanze e consuetudini praticate all'interno di una società, anche se tramandate oralmente, ma prive di quel riferimento alla moralità che caratterizza i mores.

3.Che cosa si intende per "controllo sociale"?

per controllo sociale si intende il complesso dei meccanismi, esteriori e interiori, che la società mette in atto per costringere le persone ad attenersi alle norme socialmente costituite. 

4.Perché un individuo ha di norma più status e più ruoli?

Nella società ogni individuo si trova a interpretare molti ruoli, perchè detiene più status e perchè da ogni status discende una pluralità di compiti e di relative aspettative. 

La pluralità di ruoli che una persona si trova a interpretare può spesso esporla a situazioni di conflittualità. Si parla di conflitto inter-ruolo, cioè di conflitto tra due o più ruoli diversi spettanti alla stessa persona. 

DOMANDE P.355

1.Perchè le istituzioni penitenziarie sono un esempio emblematico di istituzione?

L'evoluzione delle istituzioni penitenziarie nella cultura occidentale, oltre a costituire uno degli aspetti più significativi e allo stesso tempo più inquietanti della nascita della modernità, rappresenta anche un'ottica privilegiata da cui cogliere i tratti tipici di ogni istituzione.In primo luogo, i criteri e sistemi con cui ogni comunità decide di sanzionare i comportamenti non conformi alle norme socialmente condivise costituiscono la manifestazione più visibile del controllo sociale.In secondo luogo, la molteplicità degli scopi sociali di cui la collettività investe le istituzioni penitenziarie  permette di cogliere in esse un caso emblematico della  pluralità di funzioni, aspetti e significati che caratterizza ogni ambito istituzionale. Infine, le istituzioni penitenziarie sono in modo emblematico, delle organizzazioni.


2.Quali sono state le tappe dell'evoluzione delle istituzioni penitenziarie?

Fino alla seconda metà del Settecento, nelle società occidentali la prigione non era una vera e propria struttura di detenzione, ma il luogo in cui venivano temporaneamente ospitati gli imputati in attesa del giudizio. La forma paradigmatica delle punizioni, era il supplizio, nella varietà delle sue manifestazioni: I criminali venivano torturati, fustigati, sottoposti al pene corporali di ogni tipo spesso; questo rituale di sofferenza culminava nell' esecuzione pubblica, condotta al cospetto della folla con modalità piuttosto cruente. Come ha mostrato lo storico e filosofo francese Michael Foucault  nel saggio "sorvegliare e punire ",  la punizione costituiva una vera e propria dimostrazione di forza da parte del potere politico nei confronti di chi aveva violato la legge e di ogni potenziale trasgressore e ciò ne giustificava tanto la ferocia quanto il carattere spettacolare.

Perché nascesse il concetto moderno di prigione erano necessari un ripensamento del significato della pena,  non più intesa come semplice vendetta del potere nei confronti dei suoi oppositori, e dall'altro la diffusione a livello sociale di una nuova sensibilità, contraria all'uso di supplizi efferrati e cruenti e all'esibizione pubblica della Sofferenza.  è ciò che avviene nella cultura europea a partire dal XVIII secolo quando gli intellettuali illuministi,  invocarono la necessità di un diritto penale più razionale umanitario. Parallelamente a questo si affermò quel processo di affinamento dei constumi  e dei comportamenti che il sociale tedesco Norbert Elias definì Zivilisation  che da ceti socialmente più elevati si diffuse gradualmente a strati sempre più ampi di popolazione.

Fu negli Stati Uniti, per iniziativa dei quaccheri, che nella seconda metà del Settecento sorsero le prime carceri nel senso moderno del termine. Il loro nome, penitenziari houses, si spiega proprio considerando la finalità di tipo spirituale e religioso che ne ispirò la realizzazione: permettere al recluso l'espiazione delle proprie colpe attraverso l'isolamento e la pratica quotidiana del lavoro; lo stesso spazio fisico in cui era rinchiuso il detenuto era pensato secondo il modello di ispirazione religiosa della cella monastica.

3.Qual è la funzione sociale del carcere?

Da un lato, la gente imputa alle autorità giudiziarie un uso limitato o eccessivamente indulgente delle pene detentive, dall'altro manifesta scarsa fiducia nel utilità sociale del carcere e nella sua capacità di arrecare benefici a chi vi è recluso. Anche le critiche all'organizzazione carcere non sono univoche: c'è chi lamenta il sovraffollamento delle prigioni e il degrado delle condizioni di vita dei detenuti, e chi all'opposto, ritiene che il regime carcerario sia troppo mie per coloro che devono scontare una condanna.

La definizione della funzione sociale del carcere rimanda, in realtà due questioni chiavi: Lo scopo della pena e la definizione di criminale. Per quanto riguarda lo scopo della pena è necessario richiamare alcune delle principali teorie che storicamente sono state adottate in merito: 

  • le teorie a retributive, sono quelle concezioni che vedono nella pena la giusta retribuzione del danno causato dal Reo con il suo gesto, proporzionale per entità alla gravità dell'infrazione commessa. 
  •  le teorie utilitaristiche, che considerano la pena giustificabile dal punto di vista della sua finalità sociale che può essere definita in diversi modi: 1. come forma neutralizzazione del Reo e del pericolo che esse rappresenta; 2. come dispositivo di prevenzione dei reati; 3. come strumento di rieducazione e di recupero sociale dell'individuo.
Lo scopo della pena è quello di impedire al Reo di fare nuovi danni ai suoi concittadini e di rimuovere agli altri da farne degli uguali. 

 

lunedì 28 settembre 2020

LA BUROCRAZIA:IL TRATTO COMUNE DELLE ORGANIZZAZIONI

 CHE COSA è LA BUROCRAZIA?


La burocrazia non indica semplicemente il complesso degli enti pubblici e dei loro uffici, essa designa un preciso modello di struttura comune, sia alle organizzazioni pubbliche sia a quelle private. Fu Max Weber, il primo a mettere in luce i tratti distintivi e gli effetti dirompenti sul piano della vita sociale, collegandone la Genesi al processo di realizzazione della società occidentale.


LE CARATTERISTICHE DELLA BUROCRAZIA

La natura burocratica delle organizzazioni sta nel fatto che in esse opera un personale provvisto di una determinata professionalità, che viene stipendiato dall'organizzazione stessa e non dagli utenti che usufruiscono delle sue prestazioni. Inoltre la remunerazione è in funzione dell'incarico ricoperto non degli esiti a cui essa approda.

In secondo luogo, ogni settore della burocrazia ha giurisdizione e competenze su un ambito particolare e solo su quello.Collaborazione con le istituzioni Archivi - Ordine dei Medici di Bologna

In un'organizzazione strutturata secondo il modello burocratico, abbiamo Inoltre una stabile e rigida divisione dei compiti. Per rimanere nell'ambito dell'organizzazione sanitaria pensiamo a quando facciamo le analisi del sangue: l'impiegato allo sportello della ASL ci rilascia la prenotazione: il giorno dell'esame, l'infermiera esegue prelievi e raccoglie il sangue nelle provette, il tecnico di laboratorio analizza i campioni, un altro impiegato a un altro sportello ci consegnerà gli esiti. Ognuna di queste figure esegue una parte del processo ed è responsabile solo di quella, e ciò non in virtù di consuetudine o decisioni estemporanee, ma di regole scritte che disciplinano la condotta di ogni membro del personale. Infine, le organizzazioni presentano una precisa struttura gerarchica; ogni individuo Si colloca in un organigramma, cioè occupa una determinata posizione e può avere persone che dipendono da lui, a cui dare ordini e superiori a cui deve obbedire. Tra i diversi uffici e funzionari, le comunicazioni sono di tipo impersonale, solitamente scritte in modo da essere catalogate e archiviate. Il principio dell'impersonalità fonda anche quello che possiamo chiamare l'ethos burocratico, ossia l'insieme delle norme che guidano il comportamento dell' organizzazione e dei suoi funzionari nei confronti dell'utenza. Il rispetto rigoroso delle procedure necessarie per il buon funzionamento e l'organizzazione, esige Infatti il completo annullamento di ogni componente soggettiva, ossia di Ogni esigenza, motivazione ,valutazione, interazione tra il burocratese e la persona che mi richiede i servizi.

MERTON: LE DISFUNZIONI DELLA BUROCRAZIA

Secondo Weber, la burocratizzazione della vita sociale costituiva un processo inevitabile e irreversibile. Se da una parte lui vedeva una preoccupazione l'avvento di un mondo ridotto a un meccanismo di piccoli denti di ingranaggio, Come ebbe a definirlo, dall'altra però era persuaso che soltanto il modello burocratico fosse in grado di affrontare, con efficienza e professionalità, le esigenze di sistemi sociali sempre più complessi.Robert K. Merton (1910-2003) - Sociologist Profile

Dopo di lui, diversi autori hanno invece sottolineato come la struttura della burocrazia finisca per produrre le conseguenze che si scontrano con le intenzioni iniziali e che condannano l'agire del burocrate all'improduttività.  In particolare, Merton analizza le conseguenze sociali dell'agire burocratico. secondo lo studioso, il modello di organizzazione burocratica conduce inevitabilmente a una trasposizione delle mete in virtù della quale i mezzi che la burocrazia Che dispone per realizzare i propri scopi finiscono per sovrapporsi agli scopi stessi e per sostituirsi a essi. In sostanza, il rispetto rigoroso delle procedure originariamente richiesto al burocrate per garantire l'efficienza e l'imparzialità del servizio diventa spesso la preoccupazione più impellente del suo agire finendo in tal modo per intralciare il suo stesso lavoro e distoglierlo dagli scopi originari.

Un ulteriore disfunzione della burocrazia è data dal comportamento del burocrate che ,vincolato al miticoloso rispetto delle norme e delle procedure, manca della flessibilità necessaria per adattarsi al mutamento sociale ed è incapace di fronteggiare le situazioni inattese o non previste dai regolamenti con esiti talora grotteschi. Tal proposito si può parlare di personalità burocratica per indicare questo atteggiamento che diventa un vero e proprio habitus mentale acquisito dal burocrate nello svolgimento delle sue mansioni. La personalità e burocratica coinvolge anche utenti, che finisce per pensarsi secondo l'ottica anonima e rigidamente regolamentata delle procedure qui è soggetto, come un numero, un fascicolo, una scheda Tra le tante e per sviluppare un senso di frustrazione di sfiducia nelle possibilità della società di venire incontro alle sue esigenze.

QUANDO LE ISTITUZIONI SI FANNO CONCRETE: LE ORGANIZZAZIONI SOCIALI

 LE STRUTTURE IN CUI  CI MUOVIAMO

Pur essendo l'istituzione una realtà simbolica, essa tende a oggettivarsi in realtà concrete e visibili: persone, cose, luoghi. Questo può venire a livelli diversi. Il caso più semplice è quello in cui l'istituzione si oggettiva in una singola persona, che le norme sociali designano come figura obbligata di riferimento in determinate situazioni. All'opposto troviamo un caso in cui il contenuto normativo di un'istituzione, con il complesso di status e ruoli che definisce, si oggettiva in strutture di ampie dimensioni che coinvolgono una grande quantità di risorse umane e materiali allo scopo di perseguire in modo razionale e coordinato determinati fini collettivi. A questa struttura, la sociologia da il nome di organizzazioni, ne sono un esempio: la scuola, l'ospedale, un carcere, un ufficio della pubblica amministrazione, ma anche un'impresa industriale,  un sindaco e una società sportiva.

QUANDO LE ORGANIZZAZIONI NON C'ERANO

Le organizzazioni sono realtà tipiche della civiltà industriale. Nelle piccole comunità caratteristiche della società rurale, alla soddisfazione dei bisogni sopperiva spesso la sola iniziativa individuale, benché supportata, dove necessari,o da l'aiuto reciproco tra le persone e da reti informali di soli di solidarietà. I Promessi Sposi, il riassunto - 10elol

La descrizione della peste del 600 nei Promessi sposi di Alessandro Manzoni ci dà un esempio significativo di questo fenomeno "Il Lazzaretto" per i malati di peste in cui si parla nell'opera non era certo un ospedale nel senso moderno del termine con personale attrezzato per assistere i degenti ma un luogo dove venivano confinanti malati e moribondi, affidati alla carità dei Frati Cappuccini e di altre persone di buona volontà. Per la maggior parte della gente peraltro, l'esperienza dell'infermità e della morte veniva vissuta tra le mura della propria casa, con l'assistenza dei familiari parenti e persone del vicinato. Oggi invece all'ospedale in quanto organizzazione, ad accogliere l'individuo nei momenti critici del suo stato di salute.


LE CARATTERISTICHE DELLE ORGANIZZAZIONI

Le organizzazioni hanno dei tratti comuni:

  •  Acquisiscono risorse dell'ambiente ed erogano servizi
  •  selezionano e formano i propri membri, preoccupandosi di controllarne e  ordinarne i contributi 
  • cercano di ottenere il contributo dei propri componenti attraverso incentivi materiali o simbolici
  •  gestiscono i rapporti con organizzazioni analoghe o antagoniste si fondano su una struttura di tipo burocratico


giovedì 24 settembre 2020

LE ISTITUZIONI COME RETI DI STATUS E DI RUOLI

 LE ISTITUZIONI COME RETI DI STATUS E DI RUOLI

All'interno di un'istituzione le persone occupano posizioni diverse e svolgono compiti differenti.

Spesso lo status è correlativo, nel senso che si definisce in rapporto a un'altra posizione sociale a esso complementare, ad esempio genitori figlio. Anche i ruoli che ne discendono sono complementari: così come l'alunno, ad esempio, si aspetta certe azioni dall'insegnante.

Nella società ogni individuo si si trova a interpretare molti ruoli. La pluralità di ruoli che una persona si trova ad interpretare può spesso esporla a situazione di conflittualità.

Si parla allora di conflitto Inter ruolo, cioè di un conflitto tra due o più ruoli Diversi spettanti Alla stessa persona.

Può capitare anche che una persona sia in difficoltà nell'interpretazione di un singolo ruolo sia per l'ambiguità connessa al ruolo  stesso sia per il contrasto tra la sua sensibilità o personalità degli obblighi istituzionali.

Esiste anche il conflitto intra ruolo, cioè interno a ruolo stesso.

LA STORICITà DELLE ISTITUZIONI

Le norme che le istituzioni impongono alla condotta degli individui, sono soggette a mutamento storico. Il mutamento delle istituzioni fuori può prodursi in forme differenti.

Generalmente si verificano un aumento delle istituzioni esistenti a una crescente specializzazione di ognuna di esse. è quanto possiamo facilmente riscontrare nel caso della famiglia. Nelle società preindustriali essa assommava in sè una pluralità di funzioni di tipo economico, formativo, giuridico. Oggi queste funzioni non appartengono più alla istituzione familiare. La famiglia in quanto istituzione ha per l'appunto registrato una specializzazione crescente, tanto che oggi si tende a  sottolineare prevalentemente la funzione procreativa ed educativa.

Può accadere, Però, anche il fenomeno opposto e cioè che il mutamento sociale investa un'istituzione di compiti che non aveva in precedenza, moltiplicandone così le funzioni. Ad esempio la scuola. Ci 



rendiamo conto che oggi questa istituzione si trova spesso svolgere i compiti in passato assolti dalla famiglia e da altre agenzie educative. e se non si limita solo a istruire e a preparare al mondo del lavoro, ma crea opportunità di conoscenza e di socializzazione tra gli studenti, offre attività proposte per il tempo libero e svolge una costante opera di supporto psicologico e sociale soprattutto nei confronti dei ragazzi in difficoltà.

Per capire Più a fondo i meccanismi della trasformazione delle istituzioni è bene tenere a mente la distinzione introdotta da Robert merton, tra le funzioni manifeste e funzioni latenti di un'istituzione. è possibile, infatti, che le finalità sociali di una istruzione non si sovrappongano esattamente agli scopi espressamente dichiarati dalla sua esistenza. Le trasformazioni di un'istituzione investono soprattutto i suoi aspetti latenti e meno Quelli manifesti. Nel senso che sotto un medesimo guscio esteriore l'istituzione può adempiere a nuovi insospettati compiti o viceversa, nel senso che un contesto sociale mutato svuota di significato le funzioni latenti che l'istituzioni in precedenza svolgeva.

UN MONDO DI ISTITUZIONI


 OLTRE L'OVVIETà DEL QUOTIDIANO


Le istituzioni sono, per esempio, la scuola, il matrimonio e lo sport agonistico. Ognuna di queste realtà  ha regole proprie e modalità di funzionamento che se per noi sono conosciute e scontate,  non sono altrettanto ovvie per chi ci entra in contatto per la prima volta. Questa considerazione ci rende consapevoli di un fatto importante: la la vita quotidiana che viviamo si snoda attraverso una


molteplicità di regole e modelli tra loro coordinati, che ne guidano lo svolgimento fin nei minimi dettagli, e di cui prendiamo coscienza solo quando tentiamo di considerarli così come farebbe un estraneo che li osserva  per la prima volta. I sociologi chiamano istituzioni quei modelli regolatori generali che guidano il comportamento degli individui e gli conferiscono un significato possibile.

IL CONCETTO DI "ISTITUZIONE"

L'istituzione è un insieme di norme tra loro coordinate, radicate nell'esperienza quotidiana degli individui e da questi percepite come capaci di regolare un certo ambito di vita di azione in un determinato contesto storico e geografico. Per il sociologo sono istituzioni: il matrimonio, la famiglia, la religione, lo sport, il sistema scolastico e il sistema giudiziario. Ma anche in entità  più impalpabili come il linguaggio e la scienza.

LE ISTITUZIONI COME INSIEMI DI NORME SOCIALI

Ogni istituzione definisce un insieme di norme sociali, cioè di regole che prescrivono come le persone devono comportarsi in determinate situazioni della vita sociale.

Secondo la classificazione del sociologo William Sumner le norme sociali possono essere classificate in tre tipi principali:


  •  Stateways o norme giuridiche:  cioè quelle norme emanate dallo stato il cui rispetto è obbligatorio per tutti i membri della società.
  •  Mores: ovvero quelle norme perlopiù tramandate oralmente, ma cui la collettività riconosce un forte spessore in termini di valore e di legittimità.
  • Folkways: cioè quelle usanze e consuetudini praticate all'interno di una società, anche esse tramandate oralmente, ma prive di un riferimento alla moralità che caratterizza i mores. 
Ogni istituzione presuppone un riferimento a ciascuno di questi tre tipi di norme.

LE ISTITUZIONI COME STRUMENTI DI CONTROLLO SOCIALE

Ogni istituzione non si limita a definire le regole a cui gli individui devono attenersi, ma mette anche in atto una serie di espedienti per indurre le persone a rispettarli; l'istituzione ne esercita un'opera di controllo sociale.

Gli strumenti di questo controllo possono essere superiori o inferiori.
Sono del primo tipo le sanzioni esplicitamente inflitte alle condotte non conformi.

Rientrano nel secondo tipo i meccanismi con cui si cerca di promuovere nelle persone
l'interiorizzazione delle norme, ovvero riconoscimento della loro bontà ed l'efficacia e la conseguente scelta autonoma di farle proprie.

L'intensità del controllo sociale può variare da istituzione a istituzione: è massima nelle cosiddette 

istituzioni totali, così chiamate da Erving Goffman. sotto questa denominazione egli comprende quei sistemi di norme che fanno capo a strutture sociali anche molto diverse tra loro,
nelle quali persone tagliate fuori dalla società per un periodo di tempo si trovano a condividerle in una situazione comune. Queste istituzioni sono totali perché si impadroniscono interamente del tempo e delle diverse dimensioni esistenziali delle persone che vi risiedono, unificando in uno stesso luogo e sotto un'unica autorità tutte le attività quotidiane.