sabato 28 novembre 2020

LE DISUGUAGLIANZE SOCIALI

la maggiore articolazione del sistema di stratificazione e la riduzione delle disuguaglianze economiche tra le diverse fasce sociali non devono comunque farci credere che le differenze di classe abbiamo oggi un peso irrilevante nella vita delle persone. le statistiche


rivelano che chi nasce in una posizione sociale meno privilegiata e con un reddito più basso non ha le stesse opportunità di chi appartiene alle fasce più alte della società. chi appartiene a un livello sociale più alto ha in generale anche maggiori probabilità di raggiungere un elevato livello di istruzione E comunque di superare le difficoltà incontrate nello studio grazie a un ambiente familiare ricco di stimoli e strumenti culturali, alle opportunità di apprendimento fornite da esperienze culturali extrascolastiche che di vario tipo, e non ultimo, all'uso quotidiano di un lessico grammaticalmente più corretto e più elaborato.

NUOVE DINAMICHE DI STRATIFICAZIONE

Un discorso sulla stratificazione nelle attuali società occidentali non può prescindere da un fatto importante. In conseguenza dei forti flussi migratori contemporanei che hanno investito quasi tutti i paesi industrializzati e del formarsi di società molto variegate dal punto di vista della composizione etnica, le dinamiche della stratificazione si sono modificate. In particolare è mutata la percezione che le persone hanno delle loro posizioni sociali. Innanzitutto, le comunità immigrate vengono ancora spesso percepita come gruppi sociali "a se", la cui collocazione super<a le tradizionali linee di demarcazione tra le classi: precari per posizione giuridica, con uno status professionale Modesto, separati dal resto della popolazione sia fisicamente sia culturalmente. Il meccanismo che può scattare in questa situazione è quello di una sorta di compensazione di status: confrontandosi con L'immigrato, l'individuo con una modesta posizione sociale tende Ad accentuare la propria distanza rispetto a lui e a percepirsi in qualche modo più in alto nel sistema di stratificazione. La compensazione di status riguarda anche altre forme di disuguaglianza sociale come quelle relative al sesso: una donna italiana per esempio può cogliere nella abitudine di velarsi tipica della donna musulmana un segno della loro persistente subordinazione all'uomo e vedere la condizione del proprio genere sessuale nel mondo occidentale più favorevole di quanto forse sia in realtà. Ma può anche scatenarsi un meccanismo opposto alla compensazione di status, quando l'individuo percepisce il confronto con L'immigrato come a lui favorevole e tende quindi a valutare la propria posizione sociale in modo più negativo. In realtà la dinamica globale è più complessa. Da una delle loro esistenze, da una parte le persone avvertono il contrasto tra le proprie aspettative e la realtà materiale della loro esistenza, dall'altra ipotizzano che questo contrasto non sussista per gli altri gruppi sociali, non solo quelli economicamente più benestanti ma Paradossalmente anche quelli più deboli come le comunità immigrate che proprio grazie agli interventi di assistente di sostegno che ricevono sembrano godere di una posizione sociale privilegiata. A questo proposito gli studiosi parlano di deprivazione relativa: è il fenomeno per cui il confronto con standard ideali di riferimento o con status di altri individui e gruppi percepito come più favorevole incide in modo negativo e decisivo sul giudizio che le persone si fanno sulla propria posizione sociale.

NUOVE FORME DI POVERTA

La riduzione delle disuguaglianze economiche nei paesi  occidentali pone in termini nuovi anche un altro tema importante, quello della povertà. Chi sono i poveri oggi? oltre quale soglia una persona una famiglia può definirsi in condizione di povertà? L'immagine del povero che si affaccia alla nostra mente di fronte a domande di questo genere è probabilmente quello di una persona in condizioni di estrema indigenza con difficoltà a procacciarsi i beni e servizi necessarie per sopravvivere o quantomeno per condurre un'esistenza umanamente dignitosa. Questa immagine rappresenta in modo efficace quello che i sociologi chiamano povertà assoluta definibile come la mancanza delle risorse necessarie per soddisfare i bisogni umani fondamentali.



Questa condizione che costituisce tuttora una drammatica realtà in molti paesi in via di sviluppo fino al Secolo XIX era una costante anche nella società occidentale. Tra il 1887 e il 1901 due studiosi inglesi Charles Booth e Seebohm Rowntree, condussero separatamente due studi sulla popolazione di Londra e di York da cui emerse che Circa un terzo degli abitanti di queste città viveva in condizioni di oggettiva povertà. Tuttavia quando si parla di povertà in seno ai paesi industrializzati si fa riferimento a una nazione diversa, ovvero al concetto di povertà relativa introdotto dal sociologo inglese Peter townsend A partire dagli anni sessanta del Novecento il concetto di povertà relativa muove dal presupposto che la condizione di vita di una persona o di una famiglia possa essere definita solo a partire dall'ambiente sociale. in cui vive in base a questo prospettiva si definisce povero chi manca delle risorse per raggiungere quelle condizioni che sono abituali o prevalenti O almeno Incoraggiate nella società di appartenenza.

FENOMENOLOGIA DEI NUOVI POVERI

Il concetto di povertà relativa ci permette di identificare nelle moderne società industrializzate una categoria di persone che possiamo definire "nuovi poveri".  Si tratta di individui o nuclei familiari che vivono in condizioni dignitose per i quali tuttavia le opportunità e le comodità che qualificano il tenore di vita medio di una società restano un traguardo irraggiungibile. Ma chi sono i nuovi poveri? Qual è la loro incidenza sul totale della popolazione? Se ci riferiamo al caso specifico dell'Italia dai dati Istat relativi al 2008, risulta in condizioni di povertà relativa l' 11% delle famiglie residenti per un totale di circa 8 milioni di persone. Tra i fattori più significativi associati alle condizioni di povertà ci sono l'elevato numero di figli, la presenza di almeno un anziano nel nucleo familiare, la mancanza di uno dei genitori. Questi dati evidenziano una carenza profonda del welfare state e l'insufficienza delle politiche pubbliche a sostegno della famiglia e dei suoi problemi più rilevanti. La povertà relativa Ha un altro incidenza, anche spesso gli anziani soli, soprattutto se donne, per quanto riguarda altre variabili socio demografiche i dati mostrano che l'incidenza della povertà è maggiore in presenza di bassi livelli di istruzione e di profitti professionali non qualificati. Una condizione tipica del nostro tempo legata a fenomeni come precarizzazione del lavoro e le frequenti Rotture dei nuclei familiari è la cosiddetta povertà fluttuante, ossia il verificarsi di condizioni di disagio economico temporaneo più o meno prolungato dovuto all'insorgenza di eventi improvvisi che peggiorano la qualità di vita degli individui.  La perdita improvvisa dell'occupazione un divorzio o un abbandono da parte del partner possono esporre le persone a situazioni di improvvisa povertà.


LA MOBILITA SOCIALE

L'articolazione della società in classi implica per gli individui la possibilità di passare da una classe sociale all'altra e quindi di mutare la propria posizione all'interno del sistema di stratificazione.    Questo fenomeno Si chiama mobilità sociale. Questa possibilità si può configurare sia Come mobilità discendente sia Come mobilità ascendente. è principalmente alla mobilità ascendente che ci si riferisce l'analisi sociologica. La mobilità ascendente è preclusa per principio nelle società divise in Caste come quella indiana in cui la nascita inchioda le persone ha una posizione sociale immutabile fino alla morte. Nel mondo occidentale la stratificazione coesiste con la possibilità di avanzare All'interno della scala sociale. Ma esiste davvero nella nostra società la possibilità di una mobilità sociale? non è facile dare una risposta. Innanzitutto occorre distinguere tra mobilità assoluta, data dal numero complessivo di persone che si spostano da una posizione sociale a un'altra, e mobilità relativa che consiste nel grado di uguaglianza delle possibilità di ciascuno di migliorare la propria posizione. Questo significa che una società ha un'altra mobilità relativa: se la possibilità di spostarsi all'interno del sistema di stratificazione sociale è uguale per tutte le classi. Ed è proprio la mobilità relativa che dobbiamo prendere in considerazione se vogliamo valutare la capacità di apertura di una società: esse Infatti potrebbe presentare un elevato tasso di mobilità ma limitato a una particolare fascia della popolazione. Può accadere che lo spostamento riguardi soltanto posizioni sociali contigue rilevando invece percentuali modeste relative alla mobilità a lungo raggio.

in particolare per la mobilità tra le generazioni Occorre tenere presente che molti cambiamenti di posizione occupazionale derivano da trasformazioni più Generali nel sistema produttivo

LA STRATIFICAZIONE SOCIALE NELLA SOCIETA CONTEMPORANEA

 OLTRE I CLASSICI



Marx e Weber ci offrono delle indicazioni che però fanno riferimento a un contesto storico sociale a noi ormai lontano. Infatti l'analisi di Marx appare da rivedere in alcuni suoi aspetti. al di là dell'idea che il controllo dei mezzi di produzione sia il criterio fondamentale per determinare la posizione sociale di individui e gruppi, ciò che oggi appare discutibile è soprattutto il giudizio dello studioso tedesco sul destino delle classi nel futuro della società industriale. Marx pensava che gli sviluppi del capitalismo avrebbero finito per radicalizzare l'antagonismo sociale tra una minoranza sempre più ricca e una massa di lavoratori completamente proletarizzati, costrettI a vivere con salari di pura sussistenza. in realtà almeno nei paesi occidentali, l'evoluzione È stata ben diversa. Innanzitutto È aumentata la consistenza numerica delle cosiddette classi medie, irriducibili alla classica dicotomia marxista borghesia-proletariato e frutto della nascita di nuove professioni legate all'evoluzione della tecnologia e crescente sviluppo delle organizzazioni, tanto nel settore pubblico quanto in quello privato.

LE CLASSI MEDIE

L'espressione "classi medie" indica la particolare collocazione nella società di una certa fascia di popolazione, intermedia tra l'alta borghesia e la classe operaia, da cui i membri delle classi medie tenderebbero costitutivamente a prendere le distanze.


Paolo Sylos Labini mette in evidenza la scarsa omogeneità dei Ceti medi dal punto di vista della composizione sociale, delle professioni e dei redditi: essi comprendono gli appartenenti sia alla piccola borghesia autonoma, sia al variegato campo della piccola borghesia impiegatizia, sia ad altre categorie particolari. Per questa sua eterogeneità la fascia delle classi medie si presenta sostanzialmente ambigua, senza scopi o interessi sociali comuni, sprovvista di un codice sicuro e unitario di valori e pertanto imprevedibile dal punto di vista della Condotta sociale: spregiudicata nel comportamento elettorale perché priva di un reale progetto politico capace di grandi slanci come di  risentimenti Meschini.

Un quadro abbastanza spietato del mondo delle classi medie è offerto da Charles Mills con l'espressione "colletti Bianchi", l'autore designa quelle categorie professionali che l'espansione della burocrazia pubblica e privata ha posto Come cuscinetto tra la borghesia imprenditoriale e gli operai salariati: impiegati, insegnanti professionisti stipendiati. Privi  di un reale potere di intervento sociale, politicamente indifferenti e sprovvisti di idee proprie, i colletti Bianchi accettano passivamente i modelli culturali della società di massa, che li manipola per scoppi a loro estranei.

Un altro aspetto porta necessariamente a rivedere le tesi classiche sulla stratificazione sociale: in generale aumento di benessere che si è verificato nella società industriale avanzata ha ridotto sensibilmente le disuguaglianze economiche tra i gruppi e individui. L'accresciuta disponibilità di denaro e il miglioramento delle condizioni di vita ha consentito alle classi popolari Un accesso a beni e servizi che prima erano loro preclusi.

sabato 21 novembre 2020

DOMANDE


 P.369 N. 1

Perchè èm importante il concetto di anomia?

Questo termine è stato introdotto da Durkheim per indicare uno stato di carenza normativa che si viene a creare in una società quando si indeboliscono i legami tra le persone e viene quindi meno la coscienza collettiva; anomia favorirebbe l'insorgere della conflittualità sociale e dei comportamenti devianti.

Cosa si intende con l'espressione "stratificazione sociale"?

La stratificazione sociale è la condizione degli strati sociali, composti da individui o gruppi, collocati vicini o sovrapposti in una scala di superiorità o inferiorità relativa a seconda della ricchezza, del potere, del prestigio ovvero di ciò che la società in cui vivono ritiene rilevante ai fini della distinzione sociale.

Quali forme ha assunto la stratificazione sociale nei diversi periodi storici?

La stratificazione sociale conosceva una configurazione caratteristica, legata all'esistenza della schiavitù. Gli schiavi erano persone prive della Libertà personale, appartenevano ad altri individui che li utilizzavano per le mansioni lavorative più faticose o meno gratificanti. La schiavitù era largamente diffusa e probabilmente veniva percepita come naturale anche se al tempo stesso si avvertiva la necessità di giustificarne l'esistenza.

Un'altra forma di stratificazione delle conseguenze sociali è quella legata al sistema delle Caste tipico della società indiana. Il sistema delle Caste è ormai ufficialmente abolita dalla costituzione dello Stato indiano ma è ancora diffuso nella pratica sociale quotidiana. Si tratta di una stratificazione molto rigida legittimata su base religiosa: a una casta si appartiene per nascita e non se ne può uscire in alcun modo. Esistono quattro casse principali e al di fuori di queste i cosiddetti Paria o Intoccabili veri e propri rietti del sistema sociale. Spesso le caste si suddividono ulteriormente in sottocaste inferiori e queste in gruppi minori. Alla pratica della separazione insita nel sistema delle caste, si associa la convinzione che ci si contamini entrando in contatto, anche indiretto con caste inferiori.

Nelle società moderne occidentali la stratificazione sociale ha assunto forme differenti, espresse da nozioni specifiche come ad esempio quelle di classe e di Ceto.

ALLE ORIGINI DELLA CONFLITTUALITà SOCIALE

 UN PUNTO DI PARTENZA: DURKHEIM E IL CONCETTO DI ANOMIA

Parlare di "conflittualità sociale" da un punto di vista sociologico non significa semplicemente individuare quegli aspetti e problemi che all'interno della società creano una situazione di conflitto tra individui e gruppi o tra questi e la collettività nel suo complesso. Significa anche e soprattutto cogliere la natura sociale di questi aspetti e problemi, individuare Cioè nella società non solo un luogo in cui il conflitto si manifesta, ma anche  un complesso di fattori da cui esso si genera.



Emile Durkheim, Lo studioso francese introduce nel linguaggio sociologico il termine di "anomia", indicando con esso quello stato di carenza normativa che si crea in una società quando si indebolisce la coesione tra i suoi membri. L'anomia priverebbe gli individui di quelle direttive in grado di mantenere la condotta entro limiti appropriati e favorirebbe la disgregazione morale della società e l'insorgere di comportamenti pericolosi per sé e per gli altri. Questa concezione contiene alcuni spunti importanti per lo studio del conflitto sociale. Innanzitutto ci suggerisce che la causa profonda di questi eventi risiede nella società e non nelle persone. Durkheim, pensa che questa condizione di carenza normativa non sia strutturalmente connesso alla vita sociale, Ma che possa verificarsi in determinate congiunture storiche caratterizzate da mutamenti particolarmente rapidi e radicali, probabilmente come quelli che lo studioso vedeva nella società che lo circondava. Durckheim attribuisce alla Sociologia il compito di affermare la fondamentale coesione e unità organica del corpo sociale. 

LA STRATIFICAZIONE SOCIALE

Come osserva il sociologo Peter Berger, la nostra esperienza sociale si configura fin dai suoi inizi con un esperienza di differenze: constatiamo precocemente che le persone sono diverse e non soltanto come individui ma anche come rappresentanti di determinate categorie o gruppi sociali. Inoltre ci rendiamo conto che a questa differenza corrisponde una diversa collocazione su un ideale scala sociale.


é  in questo fenomeno a cui facciamo riferimento quando parliamo di stratificazione sociale. La parola strato evoca immagini geologiche, ma anche relative ad altri ambiti della nostra esperienza. In tutti questi casi pur così disparati ci si riferisce a realtà in qualche modo sovrapposte, che occupano posizioni differenti benché non sempre visibili a uno sguardo superficiale. La stratificazione sociale può quindi definirsi come la presenza all'interno della società di una molteplicità di livelli che si differenziano  per la possibilità di accesso alle risorse sociali in cui godono i loro membri.

FORME DI STRATIFICAZIONE SOCIALE

La stratificazione sociale conosceva una configurazione caratteristica, legata all'esistenza della schiavitù. Gli schiavi erano persone prive della Libertà personale, appartenevano ad altri individui che li utilizzavano per le mansioni lavorative più faticose o meno gratificanti. La schiavitù era largamente diffusa e probabilmente veniva percepita come naturale anche se al tempo stesso si avvertiva la necessità di giustificarne l'esistenza.

Un'altra forma di stratificazione delle conseguenze sociali è quella legata al sistema delle Caste tipico della società indiana. Il sistema delle Caste è ormai ufficialmente abolita dalla costituzione dello Stato indiano ma è ancora diffuso nella pratica sociale quotidiana. Si tratta di una stratificazione molto rigida legittimata su base religiosa: a una casta si appartiene per nascita e non se ne può uscire in alcun modo. Esistono quattro casse principali e al di fuori di queste i cosiddetti Paria o Intoccabili veri e propri rietti del sistema sociale. Spesso le caste si suddividono ulteriormente in sottocaste inferiori e queste in gruppi minori. Alla pratica della separazione insita nel sistema delle caste, si associa la convinzione che ci si contamini entrando in contatto, anche indiretto con caste inferiori.

Nelle società moderne occidentali la stratificazione sociale ha assunto forme differenti, espresse da nozioni specifiche come ad esempio quelle di classe e di Ceto.

I CLASSICI DI FRONTE ALLA STRATIFICAZIONE:MARX E WEBER

è  stato Marx a porre al centro del discorso sociologico l'analisi delle classi sociali e dei rapporti tra Esse. Dalla nozione marxiana di "classe" discende un'interpretazione della stratificazione sociale che presenta alcuni aspetti caratteristici.

Per Marx il criterio fondamentale che determina la stratificazione sociale, è il tipo


economico: è il rapporto intrattenuto con la proprietà dei mezzi di produzione che decreta la classe di appartenenza. La nozione di stratificazione si lega immediatamente a quella di conflittualità. Tra le classi sociali il rapporto è di conflitto perenne e non può essere altrimenti, poiché le loro reciproche posizioni sono generate dalla lotta per l'appropriazione delle risorse. Questa conflittualità è certamente una costante della storia dell'uomo,ma nella società industriale assume una nuova e originale configurazione, sia per la drastica riduzione delle forze in gioco sia per la novità dell'assetto sociale in cui dovrà approdare. 

La classe di appartenenza determina la posizione che un individuo ha all'interno della società, ma essa non genera necessariamente in quello stato in quello stesso individuo una reale percezione della posizione che gli si trova a occupare. Marx chiama questa condizione "falsa coscienza", condizioni che minaccia soprattutto i membri della classe subalterna il monopolio delle idee esercitato da chi detiene il potere Infatti porta i membri delle classi subalterne. 

Tra i classici del pensiero sociologico abbiamo Weber che ha affrontato il tema della stratificazione sociale. La teoria weberiana prende avvio dall'analisi di Marx, ma tenta di integrarle superarla. Weber ritiene che il concetto marxiano di classe, isoli solo un fattore della stratificazione sociale, quello economico, mentre il fenomeno e ben articolato e complesso. Accanto alle classi Weber individua altri due fattori che determinano le differenze di livello tra i diversi gruppi sociali: lo Stato se il potere.  Il primo può definirsi come il livello di prestigio sociale da un gruppo o da un individuo che costituisce una variabile indipendente, benchè spesso legata alla posizione di classe.  Può accadere infatti che individui o gruppi di modesta condizione economica godano di un certo prestigio sociale o all'opposto che una grande ricchezza non garantisca uno status a esso adeguato.


La stratificazione In base allo status dà luogo ai partiti politici, insieme di persone che hanno uno stile di vita simile derivante da quella che Weber definisce una comune appartenenza soggettivamente sentita ossia dalla nascita dall'educazione ricevuta.  

La stratificazione in base al potere invece dà luogo ai partiti politici ossia gruppi di individui uniti da interessi e obiettivi comuni che competono tra loro per influenzare le scelte politiche dei governi e portare a compimento i propri progetti.