LE SOCIOLOGIE COMPRENDENTI
l'espressione sociologia comprendente risale a Max Weber al quale si ispirano tutte quelle prospettive sociologiche che sono raggruppate sotto questa denominazione. Esse vedono l'azione sociale come oggetto proprio di indagine sociologica, e tendono a indirizzare le loro analisi verso micro realtà sociali, cioè verso fenomeni sociali di grandezza ridotta come le interazioni e le esperienze quotidiane delle persone, piuttosto che verso la società nel suo complesso. Le sociologie comprendenti rappresentano in modo esemplare il paradigma che è stato definito "dell'azione" costituiscono spesso un fertile terreno di incontro fra la sociologia e altre scienze umane come la psicologia sociale o l'antropologia.
L'INTERAZIONISMO SIMBOLICO
La parte più significativa delle sociologie comprendenti è quella dell'interno internazionismo simbolico. L'espressione interazionismo simbolico si deve al sociologo statunitense Herbert Blumer che ha definito con precisione gli assunti chiave della prospettiva interazionismo in sociologia:
- gli esseri umani si comportano in base ai significati che le cose hanno per loro
- Questi significati sono il frutto di un processo di interpretazione che si sviluppa nel corso dell'interazione tra le persone
L'internazionismo sottolinea con forza il carattere simbolico della società, il suo costituirsi come insieme di realtà che hanno esistenza e valore nella misura in cui gli individui, nella loro reciproca interazione glieli danno. Le stesse istituzioni sociali esistono solo a partire dalle azioni e dalle interazioni individuali; sono processi in cui realtà e situazioni sono definite da una sorta di negazione tra le diverse prospettive individuali. La concezione di Blumer ha orientato la ricerca sociologica verso un approccio "dall'interno" alle situazioni ai modi di vita delle persone, indirizzandola in direzione qualitativa.
L'APPROCCIO DRAMMATURGICO: GOFFMAN
Tra le sociologie comprendenti c'è anche l'approccio drammaturgico introdotto da Goffman. In una delle sue opere lui paragona vita sociale ad un palcoscenico teatrale, dove gli individui sono destinati a recitare delle parti e ad interpretare i ruoli diversi. Inoltre c'è anche il retroscena dove gli individui che recitano una parte assumono un comportamento diverso dietro al pubblico.
La recitazione non coinvolge solo i singoli individui ma anche i gruppi e categorie sociali, infatti lui fa l'esempio dei camerieri di un hotel che di fronte al pubblico danno un'immagine più possibile credibile e piacevole di se stessi mentre nello spazio privato, quando le persone non li vedono, hanno una condotta molto più libera e informale. In un certo senso la vita sociale è una rappresentazione che i gruppi sociali mettono in scena di fronte ad altri gruppi, interpretando alternativamente ruolo di gruppo di performance e gruppo di audience.
LA PROSPETTIVA FENOMENOLOGICA
Tra le sociologie comprendenti, c'è anche la fenomenologia che è stata introdotta in campo filosofico da Edmund Husserl e in campo sociologico da Alfred Schutz. In una delle sue opere identifica l'oggetto della sociologia con la sfera della vita quotidiana, fatta da routine che il senso comune dà per scontate ma che in realtà sono esperibili solo sulla base di preesistenti elaborazione concettuali, definite da lui "tipizzazioni". Il mondo in cui viviamo è quindi fatto di realtà "tipizzate" che variano da un contesto all'altro e possono assumere un significato diverso in base al contesto e a seconda del particolare interesse che abbiamo noi nei loro confronti. Schulz parla "di provincia è finite di significato". Sono province, ad esempio il mondo della scienza, dell'arte, dei bambini. Sono tutti i mondi in grado di dare significato diverso a uno stesso oggetto.
Il compito del sociologo è dunque quello di indagare la realtà sociale come una pluralità insieme di conoscenze che soggetti appartenenti a uno stesso ambito condividono e accettano cercando di capirne nozioni regole.
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