LE DISUGUAGLIANZE SOCIALI
la maggiore articolazione del sistema di stratificazione e la riduzione delle disuguaglianze economiche tra le diverse fasce sociali non devono comunque farci credere che le differenze di classe abbiamo oggi un peso irrilevante nella vita delle persone. le statistiche
rivelano che chi nasce in una posizione sociale meno privilegiata e con un reddito più basso non ha le stesse opportunità di chi appartiene alle fasce più alte della società. chi appartiene a un livello sociale più alto ha in generale anche maggiori probabilità di raggiungere un elevato livello di istruzione E comunque di superare le difficoltà incontrate nello studio grazie a un ambiente familiare ricco di stimoli e strumenti culturali, alle opportunità di apprendimento fornite da esperienze culturali extrascolastiche che di vario tipo, e non ultimo, all'uso quotidiano di un lessico grammaticalmente più corretto e più elaborato.
NUOVE DINAMICHE DI STRATIFICAZIONE
Un discorso sulla stratificazione nelle attuali società occidentali non può prescindere da un fatto importante. In conseguenza dei forti flussi migratori contemporanei che hanno investito quasi tutti i paesi industrializzati e del formarsi di società molto variegate dal punto di vista della composizione etnica, le dinamiche della stratificazione si sono modificate. In particolare è mutata la percezione che le persone hanno delle loro posizioni sociali. Innanzitutto, le comunità immigrate vengono ancora spesso percepita come gruppi sociali "a se", la cui collocazione super<a le tradizionali linee di demarcazione tra le classi: precari per posizione giuridica, con uno status professionale Modesto, separati dal resto della popolazione sia fisicamente sia culturalmente. Il meccanismo che può scattare in questa situazione è quello di una sorta di compensazione di status: confrontandosi con L'immigrato, l'individuo con una modesta posizione sociale tende Ad accentuare la propria distanza rispetto a lui e a percepirsi in qualche modo più in alto nel sistema di stratificazione. La compensazione di status riguarda anche altre forme di disuguaglianza sociale come quelle relative al sesso: una donna italiana per esempio può cogliere nella abitudine di velarsi tipica della donna musulmana un segno della loro persistente subordinazione all'uomo e vedere la condizione del proprio genere sessuale nel mondo occidentale più favorevole di quanto forse sia in realtà. Ma può anche scatenarsi un meccanismo opposto alla compensazione di status, quando l'individuo percepisce il confronto con L'immigrato come a lui favorevole e tende quindi a valutare la propria posizione sociale in modo più negativo. In realtà la dinamica globale è più complessa. Da una delle loro esistenze, da una parte le persone avvertono il contrasto tra le proprie aspettative e la realtà materiale della loro esistenza, dall'altra ipotizzano che questo contrasto non sussista per gli altri gruppi sociali, non solo quelli economicamente più benestanti ma Paradossalmente anche quelli più deboli come le comunità immigrate che proprio grazie agli interventi di assistente di sostegno che ricevono sembrano godere di una posizione sociale privilegiata. A questo proposito gli studiosi parlano di deprivazione relativa: è il fenomeno per cui il confronto con standard ideali di riferimento o con status di altri individui e gruppi percepito come più favorevole incide in modo negativo e decisivo sul giudizio che le persone si fanno sulla propria posizione sociale.
NUOVE FORME DI POVERTA
La riduzione delle disuguaglianze economiche nei paesi occidentali pone in termini nuovi anche un altro tema importante, quello della povertà. Chi sono i poveri oggi? oltre quale soglia una persona una famiglia può definirsi in condizione di povertà? L'immagine del povero che si affaccia alla nostra mente di fronte a domande di questo genere è probabilmente quello di una persona in condizioni di estrema indigenza con difficoltà a procacciarsi i beni e servizi necessarie per sopravvivere o quantomeno per condurre un'esistenza umanamente dignitosa. Questa immagine rappresenta in modo efficace quello che i sociologi chiamano povertà assoluta definibile come la mancanza delle risorse necessarie per soddisfare i bisogni umani fondamentali.
Questa condizione che costituisce tuttora una drammatica realtà in molti paesi in via di sviluppo fino al Secolo XIX era una costante anche nella società occidentale. Tra il 1887 e il 1901 due studiosi inglesi Charles Booth e Seebohm Rowntree, condussero separatamente due studi sulla popolazione di Londra e di York da cui emerse che Circa un terzo degli abitanti di queste città viveva in condizioni di oggettiva povertà. Tuttavia quando si parla di povertà in seno ai paesi industrializzati si fa riferimento a una nazione diversa, ovvero al concetto di povertà relativa introdotto dal sociologo inglese Peter townsend A partire dagli anni sessanta del Novecento il concetto di povertà relativa muove dal presupposto che la condizione di vita di una persona o di una famiglia possa essere definita solo a partire dall'ambiente sociale. in cui vive in base a questo prospettiva si definisce povero chi manca delle risorse per raggiungere quelle condizioni che sono abituali o prevalenti O almeno Incoraggiate nella società di appartenenza.
FENOMENOLOGIA DEI NUOVI POVERI
Il concetto di povertà relativa ci permette di identificare nelle moderne società industrializzate una categoria di persone che possiamo definire "nuovi poveri". Si tratta di individui o nuclei familiari che vivono in condizioni dignitose per i quali tuttavia le opportunità e le comodità che qualificano il tenore di vita medio di una società restano un traguardo irraggiungibile. Ma chi sono i nuovi poveri? Qual è la loro incidenza sul totale della popolazione? Se ci riferiamo al caso specifico dell'Italia dai dati Istat relativi al 2008, risulta in condizioni di povertà relativa l' 11% delle famiglie residenti per un totale di circa 8 milioni di persone. Tra i fattori più significativi associati alle condizioni di povertà ci sono l'elevato numero di figli, la presenza di almeno un anziano nel nucleo familiare, la mancanza di uno dei genitori. Questi dati evidenziano una carenza profonda del welfare state e l'insufficienza delle politiche pubbliche a sostegno della famiglia e dei suoi problemi più rilevanti. La povertà relativa Ha un altro incidenza, anche spesso gli anziani soli, soprattutto se donne, per quanto riguarda altre variabili socio demografiche i dati mostrano che l'incidenza della povertà è maggiore in presenza di bassi livelli di istruzione e di profitti professionali non qualificati. Una condizione tipica del nostro tempo legata a fenomeni come precarizzazione del lavoro e le frequenti Rotture dei nuclei familiari è la cosiddetta povertà fluttuante, ossia il verificarsi di condizioni di disagio economico temporaneo più o meno prolungato dovuto all'insorgenza di eventi improvvisi che peggiorano la qualità di vita degli individui. La perdita improvvisa dell'occupazione un divorzio o un abbandono da parte del partner possono esporre le persone a situazioni di improvvisa povertà.
LA MOBILITA SOCIALE
L'articolazione della società in classi implica per gli individui la possibilità di passare da una classe sociale all'altra e quindi di mutare la propria posizione all'interno del sistema di stratificazione. Questo fenomeno Si chiama mobilità sociale. Questa possibilità si può configurare sia Come mobilità discendente sia Come mobilità ascendente. è principalmente alla mobilità ascendente che ci si riferisce l'analisi sociologica. La mobilità ascendente è preclusa per principio nelle società divise in Caste come quella indiana in cui la nascita inchioda le persone ha una posizione sociale immutabile fino alla morte. Nel mondo occidentale la stratificazione coesiste con la possibilità di avanzare All'interno della scala sociale. Ma esiste davvero nella nostra società la possibilità di una mobilità sociale? non è facile dare una risposta. Innanzitutto occorre distinguere tra mobilità assoluta, data dal numero complessivo di persone che si spostano da una posizione sociale a un'altra, e mobilità relativa che consiste nel grado di uguaglianza delle possibilità di ciascuno di migliorare la propria posizione. Questo significa che una società ha un'altra mobilità relativa: se la possibilità di spostarsi all'interno del sistema di stratificazione sociale è uguale per tutte le classi. Ed è proprio la mobilità relativa che dobbiamo prendere in considerazione se vogliamo valutare la capacità di apertura di una società: esse Infatti potrebbe presentare un elevato tasso di mobilità ma limitato a una particolare fascia della popolazione. Può accadere che lo spostamento riguardi soltanto posizioni sociali contigue rilevando invece percentuali modeste relative alla mobilità a lungo raggio.
in particolare per la mobilità tra le generazioni Occorre tenere presente che molti cambiamenti di posizione occupazionale derivano da trasformazioni più Generali nel sistema produttivo
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