UN PUNTO DI PARTENZA: DURKHEIM E IL CONCETTO DI ANOMIA
Parlare di "conflittualità sociale" da un punto di vista sociologico non significa semplicemente individuare quegli aspetti e problemi che all'interno della società creano una situazione di conflitto tra individui e gruppi o tra questi e la collettività nel suo complesso. Significa anche e soprattutto cogliere la natura sociale di questi aspetti e problemi, individuare Cioè nella società non solo un luogo in cui il conflitto si manifesta, ma anche un complesso di fattori da cui esso si genera.
LA STRATIFICAZIONE SOCIALE
Come osserva il sociologo Peter Berger, la nostra esperienza sociale si configura fin dai suoi inizi con un esperienza di differenze: constatiamo precocemente che le persone sono diverse e non soltanto come individui ma anche come rappresentanti di determinate categorie o gruppi sociali. Inoltre ci rendiamo conto che a questa differenza corrisponde una diversa collocazione su un ideale scala sociale.
é in questo fenomeno a cui facciamo riferimento quando parliamo di stratificazione sociale. La parola strato evoca immagini geologiche, ma anche relative ad altri ambiti della nostra esperienza. In tutti questi casi pur così disparati ci si riferisce a realtà in qualche modo sovrapposte, che occupano posizioni differenti benché non sempre visibili a uno sguardo superficiale. La stratificazione sociale può quindi definirsi come la presenza all'interno della società di una molteplicità di livelli che si differenziano per la possibilità di accesso alle risorse sociali in cui godono i loro membri.
FORME DI STRATIFICAZIONE SOCIALE
La stratificazione sociale conosceva una configurazione caratteristica, legata all'esistenza della schiavitù. Gli schiavi erano persone prive della Libertà personale, appartenevano ad altri individui che li utilizzavano per le mansioni lavorative più faticose o meno gratificanti. La schiavitù era largamente diffusa e probabilmente veniva percepita come naturale anche se al tempo stesso si avvertiva la necessità di giustificarne l'esistenza.
Un'altra forma di stratificazione delle conseguenze sociali è quella legata al sistema delle Caste tipico della società indiana. Il sistema delle Caste è ormai ufficialmente abolita dalla costituzione dello Stato indiano ma è ancora diffuso nella pratica sociale quotidiana. Si tratta di una stratificazione molto rigida legittimata su base religiosa: a una casta si appartiene per nascita e non se ne può uscire in alcun modo. Esistono quattro casse principali e al di fuori di queste i cosiddetti Paria o Intoccabili veri e propri rietti del sistema sociale. Spesso le caste si suddividono ulteriormente in sottocaste inferiori e queste in gruppi minori. Alla pratica della separazione insita nel sistema delle caste, si associa la convinzione che ci si contamini entrando in contatto, anche indiretto con caste inferiori.
Nelle società moderne occidentali la stratificazione sociale ha assunto forme differenti, espresse da nozioni specifiche come ad esempio quelle di classe e di Ceto.
I CLASSICI DI FRONTE ALLA STRATIFICAZIONE:MARX E WEBER
è stato Marx a porre al centro del discorso sociologico l'analisi delle classi sociali e dei rapporti tra Esse. Dalla nozione marxiana di "classe" discende un'interpretazione della stratificazione sociale che presenta alcuni aspetti caratteristici.
Per Marx il criterio fondamentale che determina la stratificazione sociale, è il tipo
economico: è il rapporto intrattenuto con la proprietà dei mezzi di produzione che decreta la classe di appartenenza. La nozione di stratificazione si lega immediatamente a quella di conflittualità. Tra le classi sociali il rapporto è di conflitto perenne e non può essere altrimenti, poiché le loro reciproche posizioni sono generate dalla lotta per l'appropriazione delle risorse. Questa conflittualità è certamente una costante della storia dell'uomo,ma nella società industriale assume una nuova e originale configurazione, sia per la drastica riduzione delle forze in gioco sia per la novità dell'assetto sociale in cui dovrà approdare.
La classe di appartenenza determina la posizione che un individuo ha all'interno della società, ma essa non genera necessariamente in quello stato in quello stesso individuo una reale percezione della posizione che gli si trova a occupare. Marx chiama questa condizione "falsa coscienza", condizioni che minaccia soprattutto i membri della classe subalterna il monopolio delle idee esercitato da chi detiene il potere Infatti porta i membri delle classi subalterne.
Tra i classici del pensiero sociologico abbiamo Weber che ha affrontato il tema della stratificazione sociale. La teoria weberiana prende avvio dall'analisi di Marx, ma tenta di integrarle superarla. Weber ritiene che il concetto marxiano di classe, isoli solo un fattore della stratificazione sociale, quello economico, mentre il fenomeno e ben articolato e complesso. Accanto alle classi Weber individua altri due fattori che determinano le differenze di livello tra i diversi gruppi sociali: lo Stato se il potere. Il primo può definirsi come il livello di prestigio sociale da un gruppo o da un individuo che costituisce una variabile indipendente, benchè spesso legata alla posizione di classe. Può accadere infatti che individui o gruppi di modesta condizione economica godano di un certo prestigio sociale o all'opposto che una grande ricchezza non garantisca uno status a esso adeguato.
La stratificazione In base allo status dà luogo ai partiti politici, insieme di persone che hanno uno stile di vita simile derivante da quella che Weber definisce una comune appartenenza soggettivamente sentita ossia dalla nascita dall'educazione ricevuta.
La stratificazione in base al potere invece dà luogo ai partiti politici ossia gruppi di individui uniti da interessi e obiettivi comuni che competono tra loro per influenzare le scelte politiche dei governi e portare a compimento i propri progetti.
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