DURKHEIM: IL PRIMATO DEL SOCIALE SULL'INDIVIDUALE
Per Durkheim la fonte principale di questa distorsione è la tendenza, propria del senso comune, a spiegare i fatti sociali in termini individuali. Per lui, bisogna partire dalla società con le sue istituzioni, che trascende l'individuo e gli sopravvive, si tratta di riconoscere che sull'individuo operano "tendenze collettive" in grado di giudicare le sue azioni e i suoi pensieri.
GLI STUDI DEL SUICIDIO
- quando l'integrazione sociale è debole e l'individuo finisce per far capo solo a se stesso, affermando"l'io individuale a danno di quello sociale", si verifica il cosiddetto suicidio egoistico.
- quando l'individuo fatica a trovare la propria individualità e ripone la propria essenza in un valore collettivo più alto, si ha il suicidio altruistico
- quando viene meno il potere morale della società di disciplinare le passioni dell'individuo, chiamato suicidio anomico
Secondo lui, sugli individui operano "tendenze collettive" per attuare misure preventive nei confronti dei suicidi: è dunque promuovere la coesione sociale e rafforzare la coscienza collettiva. Realizzare questo è semplice nelle società preindustriali, caratterizzate da quella che Durkheim chiama solidarietà meccanica, fondata sulla somiglianza di tutti i membri della comunità a un tipo sociale unico, e quindi sull'esistenza di individui "indifferenziati".
La questione delle società complesse è più complessa, perchè l'alto grado di differenziazione degli individui indebolisce la coscienza collettiva. Nelle società complesse è possibile un nuovo tipo di coesione, definita solidarietà organica fondata sulla conoscenza che la società è un organismo in cui, in virtù della divisione del lavoro, tutti sono mutamenti interdipendenti.

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