PARETO: L'AGIRE UMANO TRA LOGICA E NON-LOGICA
Per Pareto la
sociologia non è una disciplina specifica e distinta, ma un corpus
di concetti e dottrine che riguardano la società, il
diritto, la morale e la politica. Il fulcro per
Pareto è l'agire umano, che classifica
in modi diversi.
Secondo lui, italiano le azioni
umane sono:
- logiche, cioè azioni in cui la connessione tra "mezzi" e "fini" presente nella mente del soggetto ha una rispondenza oggettiva nella realtà,
- non-logiche, cioè azioni in cui questa rispondenza manca.
- in primo luogo: la distinzione tra logico e non-logico è un'astrazione, poiché, nelle situazioni concrete i due tipi di azione sono spesso mescolati;
- in secondo luogo: anche le scelte non-logiche, hanno un fondamento anche non essendo l'esito di un ragionamento: esse scaturiscono "residui", cioè stati emotivi a cui la natura umana obbedisce, e dalle "derivazioni.
Può succedere, dice Pareto, che
un'azione non-logica compiuta dal soggetto per un determinato scopo
si riveli in realtà funzionale al conseguimento di un altro
obiettivo, non intenzionalmente perseguito dall' individuo ma
logicamente implicato nella sua scelta.
LA SCUOLA DI CHICAGO
Nel 1892 a Chicago viene fondata l'università, dove nasce il primo Dipartimento di sociologia degli Stati
Uniti. Qua prende forma la prima vera riflessione sociologica sulla città.
A causa dello stretto legame che unisce la nascita della
sociologia alla società industriale e questa allo sviluppo
della civiltà urbana, si può dire che la città
costituisce un oggetto della ricerca
sociologica.
Gli studiosi si concentrano sulla peculiarità del "vivere" urbano.
Park dice che
anche i fenomeni sociali debbano essere compresi in relazione ai meccanismi di competizione, selezione e adattamento che sono alla base del rapporto tra gli organismi e il loro
ambiente: questa prospettiva viene detta "ecologia
umana". Secondo Park, anche la città va studiata in questo modo.
Nel saggio "La città: indicazioni per
Io studio del comportamento umano nell'ambiente urbano", lui si interroga in particolare sulla direzione che il modo di vita
urbano imprime ai comportamenti umani e alle relazioni tra gli
individui.
Da un lato, nota come la divisione del lavoro
conseguente all'urbanizzazione abbia creato nuove figure
professionali e nuove istituzioni e organizzazioni che sostituiscono
le tradizionali reti di relazione tra le persone.
Dall'altro lato, afferma
che l'ampiezza della popolazione urbana comporta una grande eterogeneità e l'affermarsi di condotte
anticonformiste.
Un altro aspetto che lui vuole precisare è il seguente: I diversi tipi umani che vivono
nella città tendono a dare vita a tanti piccoli "mondi"
sociali, fisicamente vicini tra loro ma culturalmente distanti.
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